Mentre il virus torna a fare vittime in città, apre in modo massiccio la Rianimazione Covid. Da ieri, giorno in cui si è registrato proprio un decesso in Terapia intensiva, metà reparto è dedicato alla cura dei pazienti affetti da coronavirus. «Abbiamo attivato nove posti. Il ricovero del terzo paziente che ha contratto l’infezione – annuncia il primario, nonché capo Dipartimento dell’Emergenza-Urgenza, Sebastiano Macheda – ha inevitabilmente portato ad un nuovo assetto organizzativo con la riduzione dei posti letto per i pazienti tradizionali. Chiudere metà Terapia intensiva generale, liberandone i posti letto per il Covid, non è certo l’ideale in estate quando si registra una recrudescenza di patologie proprie di questo periodo». Dunque, la Rianimazione è divisa: nove posti letto per il Covid e cinque per chi ha bisogno di una assistenza elevata non legata all’emergenza sanitaria. «I percorsi, già differenziati, sono stati rafforzati ed ampliati con l’apertura di questa stanza Covid. Sinceramente – ammette Macheda – qualche tempo fa questa prospettiva era inimmaginabile ma è diventata concreta giorno dopo giorno, fino ad essere oggetto di approfondimento nella recente riunione operativa tra vertici del Gom, dell’Asp e collegio di direzione dell’ospedale. Gli appelli e gli inviti che abbiamo lanciato in tutto questo tempo non sono bastati; si continua a fare a meno del vaccino, mettendo a rischio la salute propria e quella degli altri. E dispiace davvero che non sia stata completa la risposta di fronte a questa arma che la ricerca ha offerto al mondo intero. Oggi riapriamo mentre lo scorso anno, senza vaccino, i reparti Covid erano chiusi. Un paradosso che fa tanta rabbia». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio