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Reggio, Seby Vecchio: "Io, sostenuto dal clan Serraino nelle elezioni al Comune"

L'esame in Tribunale del collaboratore di giustizia

Seby Vecchio

I rapporti di vecchia data di Seby Vecchio con la ’ndrina Serraino, gli appoggi ai latitanti del clan di San Sperato nonostante indossasse all’epoca dei fatti la divisa da poliziotto, il ruolo da «accoscato» che ricoprì fino a pochi giorni prima dell'arresto nel blitz “Pedigree 2” (agosto 2020) riscuotendo le tangenti per conto dei vertici della 'ndrina. Anche questi temi sono stati trattati nell’ultima udienza del processo “Theorema-Roccaforte” celebrata in Tribunale prima della pausa estiva. I contenuti dell’interrogatorio reso dal collaboratore di giustizia Seby Vecchio sono stati trascritti in attesa del controesame fissato per il 22 settembre: «Pm Ignazitto: Quando entra nella Polizia di Stato, questi rapporti di amicizia, di frequentazione con esponenti della famiglia e della cosca Serraino vengono interrotti? Oppure, si protraggono? Vecchio: No, assolutamente, si sono sempre portati avanti i rapporti come prima, specialmente con Mimì Sconti. Ma un po’ con tutti, buoni; un po’ di più con Mimì Sconti, di frequentarmi per altri motivi. Però, assolutamente mi sono frequentato sempre con loro. Pm: Si sono limitati a questa frequentazione, amicizia, o si sono poi tradotti in qualcosa di più? Vecchio: Si sono tradotti in maniera un po’ più consolidata a livello ’ndranghetistico, nel momento della latitanza di Domenico Sconti, che io ho favorito».

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