Si chiamava Calimero il cane vagante trovato morto per avvelenamento insieme ad un altro cane sulla strada carrabile per Ecolandia ad Arghillà. Di una terza bestiola, una cagnolina bianca docile e spaventata che faceva coppia fissa con il primo, non si ha più traccia ma i passanti e i volontari che si prendevano cura di questi cani e a loro si erano molto affezionati, non si fanno illusioni. Sarà stata avvelenata pure lei. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco, la Polizia, l’Enpa per cercare di scoprire chi ha compiuto l’efferato gesto. Il ritrovamento avviene a poche ore di distanza dal ben più grave episodio di Satriano, in provincia di Catanzaro dove a rimetterci la vita è stata la giovane Simona Cavallaro sbranata da una muta di cani da pastore. Terribili episodi che suonano come campanello d’allarme contro il fenomeno del randagismo marcatamente fuori controllo alle nostre latitudini. Ne abbiamo parlato con Mary Foti, garante dei diritti degli animali per la Città Metropolitana. Anche lei, dopo aver manifestato la più ferma e dura condanna per la strage dei cani ad Arghillà, denuncia un forte ritardo istituzionale sul tema: «Fin dal mio insediamento – ha spiegato – oltre a proporre aree di sgambamento per cani e la collocazione di cestini per la raccolta delle deiezioni canine ho sollecitato la realizzazione di campagna di chipatura, di sterilizzazione e di sensibilizzazione per la registrazione delle colonie feline ma purtroppo fino ad oggi non si è fatto nulla». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio