Il patrimonio boschivo e paesaggistico in fumo. La conta dei danni sembra drammatica in uno scenario irriconoscibile. Mentre l’Aspromonte si lecca le ferite di una stagione da incubo dal territorio iniziano a germogliare idee per avviare una ricostruzione, la rassegnazione al disastro è un sentimento che non può attecchire. L’input arriva dal mondo accademico, dal Dipartimento di Agraria che rappresenta in questo momento un valore aggiunto, oggi a maggior ragione. Il ricercatore e docente di Botanica al corso di studi scienze forestali e ambientali, Carmelo Maria Musarella infatti lancia un appello alla comunità: «Una chiamata alle armi di tutti. Tutto l’ecosistema forestale deve avere il tempo di potersi rigenerare, ma l'uomo non può aspettare che ciò avvenga in maniera totalmente spontanea in alcuni casi abbiamo processi molto lunghi davanti, non possiamo rimanere a guardare. Se alcune cose procedono naturalmente altre devono essere aiutate. E questo chiama in causa le forze del futuro». Certo la pineta di Acatti è difficile immaginare che le prossime generazioni possano ancora apprezzarla, serve tempo, molto tempo. Ma da qualche parte bisogna ripartire. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio