È l’evento più atteso dopo una stagione di siccità e roghi. Ma la pioggia potrebbe non essere solo ristoratrice. Il disastro degli incendi non ha ancora svelato tutti i suoi effetti. L’assenza delle chiome degli alberi, delle radici può trasformare i temporali autunnali in una nuova catastrofe. Se già nelle precedenti stagioni bastava un acquazzone per allagare la città adesso che le condizioni del territorio sono cambiate, la prevenzione diventa un imperativo, per scongiurare il rischio di contare nuove vittime e di allungare la già pesantissima dei danni. Non è un caso che attorno a questo aspetto si sia già tenuto un vertice in Prefettura che nell’arco di questa settimana dovrà tornare a riunirsi. Occorre fare presto e bene. Alla luce di quello che è successo non ci si può rifugiare nell’imprevedibilità e nell’eccezionalità degli eventi. Perché così non è, lo hanno detto geologi, agronomi. È una corsa contro il tempo. E se c’è una cosa che gli incendi dovrebbero aver insegnato, almeno si spera, è quello di non inseguire l’emergenza. Ma di prepararsi prima. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio