La condanna di Giacomino Brancati e Felice Iracà in qualità di vertici dell’Azienda Sanitaria provinciale per il mancato pagamento di una transazione in favore della ditta “Abbot” apre una nuova fase. Forse è la prima definizione di un procedimento contabile sul fronte dei pagamenti dell’Asp che tanti problemi stanno provocando. Negli ultimi mesi dopo una lunga fase di silenzio sia la procura ordinaria ha chiuso alcune inchieste sulla gestione della sanità reggina. E se Santo Gioffrè, ex commissario che aveva bloccato alcune anomale richieste milionarie, è stato rinviato a giudizio per aver firmato un mandato di pagamento, Brancati e Iracà al contrario si sono visti condannare in sede contabile per non aver eseguito un accordo transattivo.
Secondo la procura della Corte dei Conti avrebbero provocato un mancato risparmio per l’Azienda ma sono le dichiarazioni di Brancati che adesso dirige il settore salute della Regione a far venire i brividi e cristallizza una situazione incandescente nella direzione generale dell’Asp.
Pagamenti impazziti Brancati «evidenziava che vi era una totale confusione contabile e finanziaria (tanto che nemmeno i bilanci di esercizio erano stati approvati nei termini di legge), in specie sulla situazione debitoria dell’ente, anche perché in sede di accorpamento nella Asp non erano stati documentati e specificati i debiti esistenti a quella data in capo alle Asl di Locri e di Palmi, non era stato redatto un dettagliato inventario delle attrezzature e del patrimonio aziendale, non era stata fatta una ricognizione delle cause in corso. Vi erano, inoltre, i cosiddetti “mandati interattivi” ovvero ordinativi di pagamento emessi senza indicazione della contropartita contabile di debito (in specie delle fatture o le ragioni che hanno determinato pagamento, onde verificarne l'iscrizione in bilancio».
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