Annullamento senza rinvio dell’ordinanza di custodia cautelare e scarcerazione dopo 20 mesi di detenzione preventiva. La Corte Suprema di Cassazione ha disposto la remissione in libertà di Paolo Labate (classe 1984, figlio di Antonino Labate), tra gli indagati dell’operazione “Heliantus” che ha colpito la cosca Labate che secondo il pool antimafia di Reggio sarebbe operativa nei quartieri a sud della città, Gebbione e Sbarre. I Giudici Supremi hanno accolto il ricorso dell’avvocato Giovanna Beatrice Araniti, che per la seconda volta ha fatto prevalere la linea difensiva sostenendo l’estraneità del giovane reggino ai contesti mafiosi cittadini. Paolo Labate era stato arrestato il 21 gennaio 2020 perchè ritenuto dagli inquirenti tra i partecipi dell’omonima associazione mafiosa. Un’accusa da subito contestata dalla difesa evidenziando come «dinanzi a stretti rapporti parentali si correva il rischio di dare alle risultanze interpretazioni distorte, rientrando nella normalità che raccontasse al padre le sue aspirazioni, la sua quotidianità lavorativa passioni e progetti, potendosi guardare tale aspetto sotto il profilo degli stretti rapporti familiari intercorrenti fra i due interlocutori e non già in un’ottica di tipo associativo».
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