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La proposta sull’asse Reggio-Messina: lo Stretto capitale della cultura 2025

Idea lanciata da “Mediterranei Invisibili”. E in preparazione alla candidatura si pensa anche a una Biennale

Secondo un fortunato aforisma ciò che distingue un progetto da un’idea è una data. E allora “2025: l’area dello Stretto capitale italiana della cultura” sembra una boutade di fine estate soltanto ad annusare nell’aria l’odore di bruciato che promana dall’Aspromonte, a vedere il cemento sulle coste o la spazzatura per la strada, ma se riusciamo ad alzare la testa e a guardare “oltre” le miserie quotidiane, quello proposto dai camminatori pendolari di “Mediterranei Invisibili” capitanati dall’architetto Alfonso Femia assume i contorni di un obiettivo possibile per quanto altamente sfidante.
In uno degli spazi attrezzati dell’effimera isola pedonale sul corso Matteotti si è concluso il quarto viaggio sullo Stretto, un dialogo tra Calabria e Sicilia che possa portare a costruire progresso e non solo sviluppo. L’obiettivo ambizioso della capitale della cultura può fare da magnete alle molteplici energie positive carsiche che attraversano il braccio di mare più bello del mondo (almeno per noi…) allontanando al tempo stesso le scorie dis-culturali che ci vedono “l’un contro l’altro armati”, non solo da sponda a sponda ma anche da quartiere a quartiere.
Possibile? Secondo Femia sì. «Tutto si gioca intorno a questi due termini: mediterranei e invisibili. Lo Stretto unisce e separa due territori. È a sud dell’Europa ma al tempo stesso è al centro del Mediterraneo. Partiamo da qui per imparare a volgere lo sguardo”»
Quelli conclusi ieri a Reggio sono stati quattro giorni di esplorazioni e incontri “seguendo tre linee d’acqua; il crinale, la piana e la linea di costa” immaginando da subito il prossimo “salto operativo”: creare la Biennale dello Stretto. Una mostra internazionale di architettura pensata non come luogo di passerella ma come atelier operativo, inclusivo, della fragilità, delle comunità, del territorio molto più ampio. Ma anche questo – che già sarebbe un traguardo ambizioso – vuole essere un altro punto di passaggio finalizzato appunto a lanciare la candidatura a capitale italiana della cultura.

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