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Sanità a Reggio, un disastro pagato dai cittadini

Il caos contabile contribuisce al ribasso dei livelli di assistenza. E anche l’ultima verifica ministeriale conferma che poco è stato fatto

L'unica nota positiva che emerge dal verbale del “Tavolo Adduce” al ministero dell’Economia sulla verifica dell'andamento del piano di rientro dal debito sanitario regionale è che l'Asp finalmente ha comunicato il debito scaduto al 31 dicembre 2019 (e questo dopo molti anni di mancanze è già un grande passo in avanti), il resto è tutto negativo. E diciamo che in parte era prevedibile.
Ma vediamo che cosa resta che non va nella disastrata sanità reggina che ricordiamo- a causa della mancata approvazione dei bilanci dell'Azienda Sanitaria provinciale- è tra le cause della permanenza del commissariamento del settore in tutta la regione. Partendo dal caos contabile accertato ancora una volta anche dal commissario al piano di rientro dal debito, Guido Longo, che a maggio ha inviato una relazione al ministero dell'Economia nella quale segnala dopo un breve excursus di carattere generale, «diverse criticità in ordine alla erogazione dei livelli essenziali di assistenza, alla gestione dei bilanci degli enti del Ssr calabrese e al debito pregresso, con particolare riferimento alle aziende sanitarie di Cosenza e Reggio Calabria».

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