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Sequestro ed estorsione a un pizzaiolo di Reggio, pene ridotte in Appello

La gang era accusata del sequestro lampo di un pizzaiolo «preso a forza» davanti al suo locale al rione San Cristoforo per saldare con 500 euro un debito da 50 euro che non avrebbe onorato con un ex dipendente

Condanne confermate in Appello, ma pene ridotte per tutti i sette imputati del processo “Take away”, nato dall’inchiesta che ha colpito la gang accusata del sequestro lampo di un pizzaiolo «preso a forza» davanti al suo locale al rione San Cristoforo per saldare con 500 euro un debito da 50 euro che non avrebbe onorato con un ex dipendente.

Così come avvenuto in primo grado (davanti al Gup, rito abbreviato per tutti), anche per i Giudici della prima sezione penale della Corte d'Appello (il collegio era presieduto dal dottore Filippo Leonardo) la pena più alta è andata a Francesco Belfiore, finito al centro dell'indagine perchè sarebbe stato colui che si vantava di essere «il capo di San Cristoforo» prendendo alla lettera la frase che lui stesso avrebbe pronunciato (secondo la tesi degli inquirenti) all'indirizzo della vittima per intimidirla e convincerla a pagare per mettere fine alla questione rimasta in sospeso: 3 anni e 8 mesi di reclusione e 1.600 euro di multa.

Rideterminate le pene a carico di Massimiliano Polimeni, 3 anni e 4 mesi di reclusione+1.600 euro; Carmelo Bruno Scaramuzzino, 2 anni, 7 mesi e 10 giorni+1.000 euro; Giuseppe Surace, 3 anni+2 anni, 7 mesi e 10 giorni+1.000 euro; Pietro Surace, 2 anni, 7 mesi e 10 giorni+1.000 euro; Bruno Surace, 2 anni, 7 mesi e 10 giorni+1.000 euro; Domenico Natale Surace, 2 anni+800 euro. La Corte d'Appello si è riservata i tradizionali 90 giorni di tempo per depositare i motivi della sentenza.

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