Non solo un opaco quadro dei conti della sanità reggina ma anche tante ombre su specifiche attività sanitarie già finite sotto la lente del ministero della Salute. I mancati obiettivi raggiunti nell’area oncologica, i troppi parti cesarei, i ritardi negli interventi chirurgici per il collo del femore sono tra gli approfondimenti affrontati nel corso della riunione del “Tavolo Adduce”.
Interventi al femore in ritardo Gli esperti hanno rendicontato che «una quota di pazienti ultrasessantacinquenni con diagnosi principale di frattura del collo del femore, operati entro 2 giornate in regime ordinario, non è in linea con lo standard di riferimento». Nel dettaglio brilla l’Istituto Ortopedico del Mezzogiorno dove addirittura 132 pazienti vengono operati entro due giorni rispetto a un totale 138 interventi. Cinque su 76 sono gli interventi realizzati entro i termini standard previsti nel presidio ospedaliero di Locri che insieme allo Jazzolino di Vibo Valentia pari al 6,58% sono i peggiori in assoluto. Non va meglio in città perché in proporzione il dato peggiore a livello calabrese viene fatto registrare dal Grande Ospedale metropolitano con 61 interventi rispetto al totale di 346 effettuati pari al 17,6%, al Santa Maria degli Ungheresi di Polistena sono 73 i pazienti operati dopo due giorni sul totale di 197 del totale degli interventi effettuati pari (37%).
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