La Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha chiuso l'indagine “Chirone”, l'operazione dei Carabinieri che ha stroncato gli affari nel mondo della sanità pubblica del cartello mafioso Piromalli-Molè, grazie alla complicità di medici e professionisti che nel distretto provinciale dell'Asp conquistando gli appalti di forniture e strumentazioni e decidendo anche i posti di comando. Sono 17 le persone che nelle settimane scorse hanno ricevuto l'avviso conclusione indagini preliminari dell'ex sostituto procuratore antimafia di Reggio, Giulia Pantano, adesso procuratore aggiunto a Catanzaro.
In precedenza il Gip di Reggio aveva emesso 14 misure cautelari, 6 in carcere, 7 ai domiciliari, 1 all'obbligo di dimora; mentre altre quattro persone furono denunciate a piede libero. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno, corruzione, trasferimento fraudolento di valori, traffico di influenze illecite, tutti aggravati dal metodo mafioso.
Le indagini, condotte dai carabinieri del Ros e coordinate dal procuratore Giovanni Bombardieri e dall’aggiunto Gaetano Paci, hanno svelato e documentato gli assetti organizzativi della cosca Piromalli di Gioia Tauro. Il principale indagato è Fabiano Tripodi, figlio e nipote rispettivamente di Francesco Michele e Giuseppantonio Tripodi, due medici deceduti nel 2018 che sarebbero stati in rapporti con il boss Pino Piromalli detto «Facciazza». Secondo gli inquirenti, Fabiano Tripodi è risultato figura di riferimento degli assetti societari operanti nel settore sanitario della Minerva srl, Mct Distribution & Service srl e Lewis Medica srl. Attraverso le società riconducibili ai Tripodi, i Piromalli si sarebbero aggiudicati appalti di fornitura all’Asp di Reggio Calabria. Tramite affidamenti diretti e un «collaudato sistema di corruttela» del personale medico e paramedico incaricato delle richieste di approvvigionamento, la cosca Piromalli sarebbe riuscita ad ottenere gli ordinativi per la fornitura dei materiali medicali nei presidi dell’Asp, in particolare negli ospedali di Gioia Tauro, Polistena, Locri e nell’Azienda ospedaliera di Reggio. I medici sarebbero stati corrotti con regalie come borse griffate o contributi legati a percentuali su commesse garantite alle ditte. Mazzette che variavano dal 2,5 al 5% a seconda del prodotto e dell’ordine effettuato. L'avviso di conclusione indagini è stato notificato anche al ginecologo Antonino Coco, al dirigente medico dell’ospedale di Polistena Domenico Salvatore Forte, all’ex direttore del distretto Tirrenico dell’Asp di Reggio Calabria Salvatore Barillaro e al coordinatore delle farmacie presidiarie ed ospedaliere Giuseppe Fiumanò. Per loro l’accusa è di concorso esterno con la 'ndrangheta.
GLI INDAGATI
Tripodi Girolamo Giuseppe Fabiano (Gioia Tauro, 1981)
Madaffari Franco (Gioia Tauro, 1957)
Riefolo Mario Vincenzo (Gioia Tauro, 1960)
Madaffari Antonino (Gioia Tauro, 1984)
Taverna Martino (Gioia Tauro, 1976)
Cernuto Antonino (Gioia Tauro, 1961)
Arcieri Giancarlo (Lamezia Terme, 1961)
Barillaro Salvatore (Reggio Calabria, 1961)
Mamone Pasquale (Villa San Giovanni, 1954)
Riefolo Federico (Gioia Tauro, 1990)
Coco Antonino (Oppido Mamertina, 1950)
Forte Domenico Salvatore (Reggio Calabria, 1952)
Fiumanò Giuseppe (Reggio Calabria, 1951)
Cernuto Giuseppe (Gioia Tauro, 1991)
Laface Francesca Grazia (Taurianova, 1961)
Romeo Giuseppe Antonio (Rosarno, 1955)
Cuzzocrea Santo (Melito Porto Salvo, 1961)
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