Reggio

Sabato 23 Novembre 2024

Spacciatori con 235 ghiri nel congelatore, tre arresti a Delianuova

A Delianuova, i carabinieri hanno arrestato tre persone per produzione di sostanze stupefacenti e uccisione o cattura di specie animali protette, a seguito di ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei loro confronti dall’Autorità Giudiziaria. Nello specifico, risale ad alcune settimane il rinvenimento da parte dei militari della Stazione di Delianuova e dello Squadrone Cacciatori “Calabria” di una piantagione di marijuana di circa 730 piante in terreno comunale, a seguito del quale sono poi state avviate le indagini dai carabinieri che, grazie a diversi riscontri e accertamenti, hanno permesso di individuare i tre responsabili coinvolti nella produzione delle piante di cannabis, destinatari dell’odierno provvedimento cautelare. In tale quadro, a seguito delle operazioni di perquisizioni eseguite dai militari dell’Arma, presso i domicili e le proprietà o attinenze dei medesimi, presso un’abitazione, sono stati inoltre rinvenuti diversi esemplari di ghiri, considerati animali di specie protetta, tenuti in gabbia e un’altra ingente quantità, circa 235, congelati e confezionati in oltre 50 pacchetti, destinati verosimilmente alla vendita o al consumo. La caccia ai ghiri ha origini lontane e nella cultura 'ndranghetista ha significati ancestrali. L’uso di cibarsene, bollito nel sugo o arrosto, risale ai legionari romani, che si portavano dietro contenitori in cui allevavano i roditori per avere a disposizione cibo per i momenti di bisogno. Nella provincia di Reggio, dove i carabinieri hanno sequestrato 200 animaletti congelati, il consumo del ghiro è una sorta di celebrazione di un simbolo di potere. Portare piatti a base di ghiri in incontri organizzati per scambiarsi favori vuol dire legare gli altri con un patto al quale è difficile sottrarsi. Più volte nelle intercettazioni della malavita della Locride si parla di cene pacificatrici a base di ghiri tra cosche contrapposte. La caccia al ghiro è diffusa in tutta la Calabria: nel Cosentino sul versante ionico (Rossano), sull'altipiano della Sila (San Giovanni in Fiore) e sul versante tirrenico (Orsomarso). In provincia di Crotone nella zona di Castelsilano (Sila Piccola). Ma è nelle «Serre», dove si incrociano le province di Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria, che si trova la tradizione più radicata, nel territorio di GuardavalleSanta Cristina dello IonioNardodipaceSerra San BrunoStilo e Bivongi. La Lav stima che nel solo comune di Guardavalle vengano catturati 20mila animali l’anno, rivenduti a 5 euro l’uno.

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