«Il porto così com'è fa tre milioni di contenitori quest’anno, farà tre milioni e mezzo il prossimo anno e credetemi più di così non può fare». Lo ha detto il presidente dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, Andrea Agostinelli, parlando con i giornalisti a Catanzaro, a margine di un seminario organizzato dall’università Magna Graecia.
«Il nostro sforzo - ha spiegato - è portare avanti l’operatività del porto di Gioia Tauro, sviluppare anche il retroporto, ma non dipenderà certamente solo da noi, e creare nuovi posti di lavoro. Speriamo di riuscirci: il prossimo anno promette meglio dell’anno che sta passando».
Agostinelli ha relazionato sul ruolo del porto di Gioia Tauro alla luce degli scenari aperti dalla pandemia da Covid-1, spiegando che «non manca niente, tanto è vero che non siamo rammaricati del fatto che nel Pnrr non tantissime risorse siano state destinate al porto di Gioia Tauro, perchè non abbiamo bisogno di tante risorse. Il porto - ha proseguito il presidente dell’Authority - è meraviglioso ed estremamente performante. Manca lo sviluppo del retroporto, manca lo sviluppo di una ferrovia che abbiamo finalmente creato e collaudato, manca una zona economica speciale per attrarre gli investimenti».
Le infiltrazioni della criminalità organizzata
«Nessuno nasconde che viviamo in una pressione molto forte, in un beato isolamento, cerchiamo di creare un beato isolamento della zona portuale rispetto alle pressioni esterne. I controlli sono penetranti, assillanti su tutto quello che entra ed esce dal porto, i controlli sulle imprese sono penetranti. Tutto questo influisce sulla produttività, è inutile nasconderlo, ma la legalità primo di tutto».
Green pass e vaccini? "L'operatività del porto ne risente"
«L'operatività ne risente, ma non voglio entrare nella polemica politica». «Noi - ha rilevato Agostinelli - abbiamo sempre cercato di stimolare e sensibilizzare i lavoratori portuali a vaccinarsi. Prendiamo atto che c'è una quota non insignificante di lavoratori che non ha inteso vaccinarsi e pochi hanno inteso effettuare quei tamponi, messi a disposizione dall’Autorità portuale e dal terminalista, che avrebbero consentito di tornare a lavorare. L’operatività ne risente, la produttività ne risente, ma - ha concluso il presidente dell’Autorità di sistema - non voglio entrare nella polemica politica».
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