L’opera simbolo sarà il Museo del mare, ma il piano per la “Reggio del futuro” ha ambizioni che vanno oltre. Le emergenze di oggi e le prospettive di domani: è dalla vetrina di Expo 2020, a Dubai, che si accendono i riflettori internazionali sui programmi rinvigoriti dalle risorse del Pnrr. Per la prima volta nella storia la città dello Stretto è stata presente all’Esposizione Universale, nel contesto del “World Cities Day”, giornata interamente dedicata alle città nei padiglioni di tutti i Paesi presenti negli Emirati. A rappresentare Reggio c’era il sindaco Giuseppe Falcomatà, che fra l’altro ha illustrato il piano di recupero (già in parte attuato) del waterfront, che “conterrà” anche la mega-opera progettata da Zaha Hadid e finanziata con 53 milioni tra i 14 “grandi attrattori culturali” nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.
“Unire le menti, creare il futuro” è il claim di Expo 2020. E non a caso, a Dubai, grande spazio è stato riservato al comparto dell’innovazione digitale e della transizione ecologica applicata alla gestione delle città; in particolare i concetti di digital twins e big data, due strumenti che messi insieme consentono alla comunità, e non solo alla politica, di comprendere i reali bisogni di un determinato quartiere, analizzando la popolazione, i servizi, le attività commerciali, i centri di aggregazione. Una delle prossime sfide, come emerso dai confronti a Dubai, è quella della “città che si ascolta” e che individua da sola i propri bisogni e le proprie criticità.
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