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Processo sul “caso Miramare” di Reggio: "Non ci fu alcun vantaggio patrimoniale"

In Tribunale la seconda udienza fiume dedicata alle discussioni difensive. Sentenza il 19 novembre

Nessun reato o vantaggio patrimoniale, una delibera lecita e regolare, una scelta amministrativa trasparente. Su questi temi si sono sviluppate gran parte delle discussioni del collegio di difesa nel processo “Miramare” che vede sul banco degli imputati il sindaco Giuseppe Falcomatà e la sua prima giunta comunale (eccetto un paio di eccezioni) per la scelta di Palazzo San Giorgio di affidare nell’estate 2015 con una procedura diretta e senza un bando pubblico “il gioiello di famiglia”, l'albergo Miramare «a un amico personale del sindaco Falcomatà per procuragli un ingiusto vantaggio patrimoniale». Tra gli interventi di ieri davanti al Tribunale collegiale, presieduto dal dottore Fabio Lauria, quelli dei legali del sindaco Giuseppe Falcomatà. Esordisce l’avvocato Vincenzo Cerulli Irelli: «Risponde a verità che ci siano stati dei contatti tra Zagarella e Falcomatá, oltre ad alcuni sopralluoghi al Miramare. Ma rientra nella normalità. Stiamo parlando di un caso di “Amministrazione condivisa”; un’attività di collaborazione tra il pubblico e il privato. Nessuna responsabilità a carico del sindaco nè ingiusto vantaggio a favore di Zagarella».

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