Gli stipendi fermi al mese di giugno, non hanno fatto venire meno la dedizione per il lavoro a favore di chi vive la disabilità e rischia l’emarginazione. Ma per quanto ancora il servizio di assistenza potrà pesare sulle spalle degli operatori che garantiscono il servizio per conto del Comune nei centri socio educativi? Per questo le operatrici lanciano il loro appello agli amministratori di Palazzo San Giorgio. Il rischio è che il sistema imploda e porti alla chiusura di una realtà che invece ha garantito ai pazienti e le loro famiglie una forma di assistenza preziosa. A poco sono servite le rassicurazioni arrivate nei tanti tavoli tecnici tra i rappresentanti del Comune e le parti sociali. Il problema? Sempre lo stesso, la burocrazia che rallenta gli iter tra rendicontazioni e pagamenti. Alla vigilia dell’ennesimo incontro che oggi dovrebbe tenersi si dà voce alla preoccupazione: «Noi operatrici, che ci occupiamo di disabilità da sempre, non vogliamo e non possiamo rimanere impassibili quando un’amministrazione si dimostra così insensibile sui i problemi che riguardano i nostri ragazzi. La situazione dei centri socio educativi è sempre più insostenibile economicamente perché l’amministrazione e chi di competenza non trova rimedio ai mancati pagamenti, fermi a giugno». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio