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Porto di Gioia Tauro, il coordinamento portuali chiede risposte sulla crisi di Automar

Si tratta della società che si occupa del trasbordo di veicoli nel porto di Gioia Tauro e che negli ultimi due anni ha fatto un ricorso massiccio alla cassa integrazione per tutte le maestranze

Il porto di Gioia Tauro

Una situazione di crisi grava da diversi anni su Automar s.p.a., società che si occupa del trasbordo di veicoli nel porto di Gioia Tauro e che negli ultimi due anni ha fatto un ricorso massiccio alla cassa integrazione per tutte le maestranze. A sollevare la questione è il sindacato autonomo Sul che, in occasione della recente visita del Viceministro Teresa Bellanova, ha chiesto e ottenuto un incontro per esporre esposto il problema da portare al tavolo nazionale. L’incontro si è tenuto nella sede dell’Autorità di Sistema Portuale alla presenza, tra gli altri, della senatrice Gelsomina Vono e del presidente dell’autorità Andrea Agostinelli.

«La Viceministro Bellanova - scrive il Sul - si è dimostrata sensibile al problema e noi dal canto nostro ci siamo impegnati a stilare un documento tecnico di riscontro alle varie peculiarità, trascorsi e potenzialità dell’area in questione».

"Non si vede la luce in fondo al tunnel"

«Dopo circa 10 anni di crisi - si legge in una nota del Sul - culminati con il licenziamento nel 2017 di 380 lavoratori di Medcenter Container Terminal, fortunatamente ci troviamo davanti un porto in rapida evoluzione, la cui ripresa costante e continua è certificata dall’incremento dei volumi delle merci movimentate, dal ritorno in banchina di tutte le maestranze precedentemente in esubero e dall’aumento occupazionale. Questo risultato, seppur positivo, nasconde un’altra amara realtà. Infatti, nelle banchine del Porto di Gioia Tauro accanto al Terminal Contenitori c'è il Terminal di Automar S.p.A. (movimentazione veicoli) che, dopo anni di crisi e l’impiego degli ammortizzatori sociali, ancora non decolla e lascia spazio ad un eufemismo «non si vede la luce in fondo al tunnel». Considerato che in Calabria si registrano indici di disoccupazione più elevati rispetto ad altre zone del paese ed è consequenziale che, l’eventuale sacrificio di queste maestranze, lascia solo spazio all’arte della delinquenza o favorisce l’emigrazione».

L’area si estende su 320.000 metri quadrati con una potenzialità di stoccaggio di 18.000 veicoli in contemporanea e un centro tecnico per manutenzione di 2.400 metri quadrati, «ma attualmente - denuncia il Sul - nel piazzale deserto si vedono solo poche decine di mezzi e il centro tecnico ormai in disuso e senza prospettive. Una realtà che fa nascere spontanea una riflessione sulle concessioni demaniali». Nonostante gli impegni presi dai vertici di Automar e Grimaldi, presso l’Autorità di Sistema Portuale di Gioia Tauro, in direzione di un’immediata e piena ripresa delle attività «non possiamo che prendere atto e denunciare - continua il Sul - che, ad oggi, nulla è cambiato e che il caso ha bisogno di essere affrontato con pragmatica capacità di intervento a tutela dei lavoratori e dell’area portuale». Il Sul chiede a Bellanova «di valutare la possibilità di aprire un fascicolo su detta realtà per l’eventuale verifica delle concessioni e, qualora l’argomento fosse da approfondire».

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