Arriva la sentenza della Corte d’Assise d'Appello sulla cellula di ’ndrangheta che secondo la Dda avrebbe operato a Gallico, coinvolta nella serie di intimidazioni e scorribande criminali per l’affermazione su un fazzoletto di territorio ambito da più frange della criminalità cittadine, sfociate nel delitto della sera del 16 marzo 2018 quando fu uccisa l’innocente Fortunata Fortugno e venne ferito Demetrio Logiudice che era il reale obiettivo dei sicari entrati in azione. Rispetto alla sentenza di primo grado il collegio (presidente Roberto Lucisano, a latere Giuliana Campagna) ha escluso per Paolo Chindemi ed Ettore Bilardi l’aggravante della promozione del sodalizio, procedendo con una serie di riduzioni di pena che mantengono però immutato il quadro delle responsabilità. Nel dettaglio, a Paolo Chindemi – esclusa dunque l’aggravante della promozione e direzione del sodalizio e riconosciuto il concorso anomalo – è stata rideterminata la pena in 18 anni, 1 mese e 10 giorni di reclusione; al collaboratore di giustizia Mario Chindemi – previa concessione delle attenuanti generiche – sono toccati 7 anni, con revoca della misura della libertà vigilata; 11 anni e 8 mesi la pena rideterminata a carico di Santo Pellegrino; 14 anni e 8 mesi – previa esclusione della promozione del sodalizio – per Ettore Bilardi; 12 anni e 8 mesi infine la pena rideterminata per Pietro Pellicanò. Del collegio difensivo hanno fatto parte gli avvocati Giovanna Araniti e Pasquale Foti.
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