La diga sul torrente Menta è stata attivata dopo 50 anni grazie a un by-pass per portare l’acqua in città. Un’operazione che di fatto non ha chiuso il capitolo relativo all’invaso perché mancano ancora opere. Ma ci sono anche strascichi finanziari derivanti dai lavori di attivazione che poi si sono conclusi nel 2018 e poi inaugurati a fine ottobre dello stesso anno. Il caso è stato reso manifesto direttamente dal governatore Roberto Occhiuto durante i lavori del Consiglio regionale di lunedì. «Ho partecipato a una audizione presso la Corte dei Conti, che riguarda la Diga sul Menta. Nel 2021 il Cipe indicava un elenco di opere pubbliche in programma, e non c’era il Menta. Poi venne pubblicata un’ulteriore tabella che indicava altre opere pubbliche considerate definanziate, e non c’era la Diga del Menta. Da allora c’è stata una lunga interlocuzione col Mit, e alle nostre comunicazioni sullo stato di avanzamento dei lavori non ha mai risposto. Recentemente il Governo ha segnalato che tale opera doveva essere considerata come definanziata, e ciò creerà un buco nel bilancio regionale di circa 50-52 milioni. Mi sono subito attivato e conto che il 10 dicembre nel giudizio di parifica della Corte dei Conti questo aspetto possa essere chiarito».
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