“Terrata di Muro: da ricovero di animali minuti a centro polifunzionale per viaggiatori e pellegrini sulla via di Polsi” è il progetto presentato dal Comune di San Luca, guidato dal sindaco Bruno Bartolo, che sulla scia dell’incontro con don Ennio Stamile e i colleghi amministratori Rosario Sergi per Platì e Domenico Modaffari per Africo, ha inviato alla Regione nell’ambito della scheda-progetto del Contratto istituzionale di sviluppo, e prevede il finanziamento di un milione di euro. Perché “Terrata di Muro”? Perché l’Aspromonte, malgrado ogni immagine che evoca inaccessibilità, mistero e anecumenismo, è sempre stato molto abitato, consumato, antropizzato. I sentieri spesso sono strade lastricate di pietra, percorsi che hanno secoli di storia basiliana, di tratturo, di collegamento tra case sparse e insediamenti produttivi legati all’allevamento. L’Aspromonte non è “foresta amazzonica”, è luogo che gli uomini hanno frequentato con amore, con speranza di ricavarne sostentamento con itinerari di fede perché anche lontani da casa gli uomini hanno trovato il divino nel cuore della montagna, a Polsi, dove la “Mamma del Signore” è diventata “Mamma di tutti”. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio