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L'investigatore della Mobile di Reggio: “Il questore Speranza mi incaricò di sequestrare il materiale esplosivo”

Processo “’Ndrangheta stragista”: il ricordo di uno dei poliziotti tra i più attivi sulla “scena del crimine” al Comune

Le forze di polizia a Piazza Italia

Fu il Questore di Reggio in persona, Vincenzo Maria Speranza (deceduto il 4 aprile 2019), a coordinare e dirigere ogni attività tecnica ed operativa la sera del 6 ottobre 2004 quando una dritta degli 007 del Sismi avvisò la Polizia di Stato del posizionamento di un pacco bomba nei bagni di Palazzo San Giorgio. Dopo la testimonianza degli artificieri, intervenuti per mettere in sicurezza la Casa comunale e rendere inoffensivo l'ordigno (seppure lo era già, essendo privo di innesco), c'è anche il ricordo di uno degli investigatori della Squadra Mobile tra i più attivi sulla “scena del crimine”, al Comune di Reggio Calabria. Il verbale di «sommarie informazioni rese, nella qualità di persona a conoscenza dei fatti», da Giuseppe Pirri, ispettore capo in quiescenza della Polizia di Stato, fa parte della voluminosa informativa redatta da funzionari della Direzione investigativa antimafia con cui la Procura generale, e nello specifico il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, ha chiesto formalmente alla Corte d’Appello di riaprire l'istruttoria dibattimentale del processo «’Ndrangheta stragista», l'indagine sugli attentati ai carabinieri consumati nel Reggino tra la fine del 1993 e i primi mesi del 1994 e che ruota attorno alla tesi della strategia della tensione sull'asse Cosa nostra palermitana-’Ndrangheta reggina.

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