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Trapianti di cellule staminali a Reggio, trent’anni di ricerca e speranza

A gennaio 1992 il primo ricovero di un paziente per l'intervento al Grande ospedale metropolitano

Era gennaio 1992 quando al Grande ospedale metropolitano veniva ricoverato il primo paziente per un trapianto di cellule staminali. Era l’inizio di una grande storia, che alla valenza scientifica ha unito fin dal primo giorno un forte impatto sociale, valore fondamentale in una terra segnata dalla forte migrazione sanitaria. Ed oggi, l’occasione è speciale: il Centro unico regionale trapianti di cellule staminali e terapie cellulari del Gom compie trent’anni nei quali ha “regalato” speranza grazie alle oltre 2.600 procedure trapiantologiche effettuate. È una attività estremamente complessa che dipende dall’azione coordinata di 4 unità operative: l’Unità clinica; l’Unità di raccolta delle cellule staminali afferente al Servizio trasfusionale; l’Unità di processazione (detta istituto dei tessuti o banca); il Laboratorio di tipizzazione tissutale dove si studia l’HLA dei donatori e la compatibilità con i pazienti. «Tutte le strutture devono funzionare in maniera sincrona, con la massima professionalità per realizzare l’attività di cura. Chi opera in questi settori è altamente specializzato e deve far sì – spiega il direttore Massimo Martino – che tutto funzioni alla perfezione».

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