La richiesta del Gom, dunque, non era sufficiente per chiudere le scuole. Il Tar è stato perentorio. Come presupposto per chiudere le scuole nel territorio comunale al sindaco f.f. serviva la “zona rossa” con un dato epidemiologico allarmante. Chi doveva fornire il dato epidemiologico? L’Asp. E tuttavia l’azienda sanitaria non è stata mai consultata né dal Gom, né dal sindaco, né dalla task force prima di decidere di chiudere le scuole. Eppure il commissario Scaffidi è sempre nel suo ufficio ad analizzare dati e chiedere alla Regione le diverse “zone arancioni” di cui è costellato il Reggino. Perché non confrontarsi con i numeri dell’Asp prima di scaricare il peso della pandemia sulle famiglie e chiudere le scuole lasciando aperto tutto il resto? In una città seria non sarebbe mai accaduto che un ragazzo non sia potuto andare a scuola al mattino ma poi abbia potuto giocare a calcetto, andare in palestra o in un bar nel pomeriggio. Eppure a Reggio è accaduto, prima che il Tar ponesse fine a questa barzelletta. Eh sì perché quando la realtà supera la fantasia deve per forza trattarsi di barzelletta. E allora ricominciamo: due amici (il sindaco f.f. e il commissario f.f. del Gom) s’incontrano al bar e decidono di chiudere le scuole... poi, per fortuna, arriva il Tar.