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Reggio, il prefetto Mariani: a questa terra serve gioco di squadra

Legalità, sicurezza, Covid, interdittive antimafia: intervista a tutto campo

Il prefetto di Reggio Massimo Mariani

Il trentennale della Dia nella nostra città, l’emergenza​ sanitaria, le​ realtà scottanti degli sbarchi e della tendopoli di San Ferdinando e le misure interdittive che, spesso in modo duro, intervengono nel rapporto con la realtà imprenditoriale. Massimo Mariani, prefetto della nostra città dal 14 maggio 2019 – con all’attivo un prestigioso curriculum che lo ha visto anche dirigere la segreteria della Commissione centrale per la definizione e applicazione delle speciali misure di protezione​ nei confronti dei collaboratori o dei testimoni di giustizia, esposti a grave e attuale pericolo – “apre” sui temi legati alla crescita del nostro territorio. Lo incontriamo – presente il capo di gabinetto Marco Oteri – nel suo ufficio, da dove spicca un angolo suggestivo dello Stretto; l’alto profilo istituzionale della sua figura si combina con l’affetto che nutre per la Calabria che ha avuto modo di conoscere negli incarichi precedenti di vice prefetto vicario a Crotone, Cosenza e Catanzaro e che a volte gli “regala” la passeggiata sul più bel chilometro d’Italia.
«Il trentennale della Dia è un evento di particolare importanza per Reggio ed è una occasione di confronto sui problemi del territorio che coincide anche con l’omicidio dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e degli uomini della scorta. La Dia – esordisce Massimo Mariani – rappresenta una delle risposte sistemiche dello Stato di altissimo profilo nel contrasto alla mafia e per me sarà occasione particolarmente gradita ritrovare il dott. Maurizio Vallone con il quale da questore abbiamo condiviso un pezzo di strada a fianco della comunità reggina».
- Il Covid​ ​ sta colpendo duramente il Paese e il numero dei contagi e dei ricoverati sta mettendo sotto pressione il Gom ed il sistema sanitario. Cosa si può fare di più?
«Abbiamo contribuito come unità di crisi quale momento di raccordo e di confronto settimanale tra le varie istituzioni impegnate a fronteggiare sul territorio l’epidemia; la collaborazione, in particolare in situazione emergenziale, è fondamentale per esaminare al meglio i vari problemi. Il Governo ha introdotto ulteriori misure che cerchiamo di fare rispettare avvalendoci della polizia locale, intensificando le attività di controllo. La migliore arma resta comunque la prevenzione che significa una vaccinazione che coinvolga l’intera popolazione, per il bene della stessa e dei singoli».

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