MONASTERACE - «Inviterei il commissario dell’Asp di Reggio a trascorrere con noi una giornata per vedere con i suoi occhi le nostre difficoltà e quelle di tante famiglie che risiedono nel suo territorio di competenza, lasciate senza servizi e senza punti di riferimento». In queste parole di Saverio Genovese, c’è la sintesi del calvario cui il figlio Pasquale, affetto da tetraparesi spastica distonica, è costretto a vivere a causa di una burocrazia cinica, che continua a calpestare i diritti e la dignità di bambini malati e fragili. Una vicenda di gravità inaudita che lascia sgomenti, perché dopo tante iniziative, interpellanze parlamentari e perfino denunce alla Procura di Locri da parte della famiglia, di nuovo al piccolo Pasqualino è stata negata la “cannula” salvavita che gli permette di vivere, perché «non c’è budget». Davvero, se non fosse una tragedia potrebbe sembrare una barzelletta. E invece è l’amara realtà di un bambino che non riesce a far valere il suo diritto di essere assistito e tutelato. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio