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Reggio, maxinchiesta “Epicentro”: al via le arringhe difensive

All’Aula bunker il filone processuale con rito abbreviato

L'aula bunker di Reggio Calabria

Parola alle difese. Chiusa la fase della requisitoria davanti al Gup Francesco Campagna, il maxi processo “Epicentro” (il filone che si sta celebrando con rito abbreviato) è passato alla fase delle arringhe difensive. All'aula bunker i primi due interventi sono stati condotti dagli avvocati Steve Chizzoniti, anche per delega dell'avvocato Aurelio Chizzoniti (nell'interesse dell'imputato Francesco Labate) ed Attilio Parrelli (il cui assistito è Pasquale Politi).
Tra le più delicate posizioni processuali figura proprio Francesco “Checco” Labate, colpito da ordinanza di custodia cautelare nel quadro della retata “Metameria” e personaggio apicale della presunta cosca di ’ndrangheta Barreca in relazione alla parentela eccellente con il boss Filippo Barreca, suo suocero. L'imputato è stato al centro delle cronache per la tribolata scelta di avviare una fase di collaborazione con la giustizia per poi pentirsi della scelta e fare un clamoroso passo indietro. «Concorso in estorsione» ai danni di un imprenditore di Pellaro operante nel settore delle slot machine; una tentata estorsione nei riguardi di un imprenditore edile, e soprattutto «partecipazione ad associazione mafiosa», da esponente della cosca Barreca e da fedelissimo del capoclan.

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