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Carcere di Arghillà a Reggio: "I livelli di carenza organica toccano limiti preoccupanti"

A denunciarlo è il segretario provinciale del Si.N.A.P.Pe, Giuseppe Bandiera. E domani arriva il segretario nazionale

Una veduta del carcere di Arghillà

“Sono gravissime le condizioni in cui è costretto a lavorare il personale di polizia penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria Arghillà dove i livelli di carenza organica toccano limiti preoccupanti”.

A denunciarlo è il segretario provinciale del Si.N.A.P.Pe, Giuseppe Bandiera, in servizio proprio presso il penitenziario reggino. “Si pensi che la carenza di personale si assesta intorno alla soglia del 20% nel ruolo di base (prendendo a riferimento il personale previsto e quello amministrato), fino a superare del 90% nei ruoli dei sovrintendenti e degli ispettori” – spiega Bandiera

“Una carenza così importante incide negativamente sulla sicurezza dell’Istituto, la cui sorveglianza generale – compito precipuo degli ispettori e dei sovrintendenti – è demandata quasi interamente dagli appartenenti al ruolo di base, senza considerare che anche quest’ultimo risulta essere in sofferenza. “Non va meglio dal punto di vista delle altre figure professionali” – prosegue il rappresentante del Si.N.A.P.Pe – “l’assistenza sanitaria interna per i detenuti è assicurata solo nel turno mattinale e solo nelle giornate feriali”.

A tutto ciò si aggiunge la piaga dei detenuti psichiatrici, la cui gestione dovrebbe essere devoluta ad apposite strutture sanitarie e che invece affollano i penitenziari del Paese.

“Servono azioni concrete per ridare respiro al personale di Arghillà; è con questo obbiettivo che domani effettueremo una visita sui luoghi di lavoro con l’autorevole presenza del Segretario Generale del Si.N.A.P.Pe, Roberto Santini

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