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Gioia Tauro, senza la Casa della Salute il 31 marzo l’ospedale rischia la chiusura definitiva

Cresce la preoccupazione per il futuro del “Giovanni XXIII”

Torna la preoccupazione per le sorti dell’ospedale civico “Giovanni XXIII”, riconvertito in centro Covid per la lungodegenza dei pazienti stabilizzati dimessi dal Gom di Reggio Calabria: con la fine dello stato di emergenza, il prossimo 31 marzo, e la probabile dismissione del reparto guidato dalla dottoressa Loiacono, in molti si chiedono infatti se ci sarà una rimodulazione dell’offerta sanitaria in una struttura che – è bene ricordarlo – per far posto al Covi hospital e, successivamente, al centro vaccinale, è stata spogliata anche di quei pochi servizi ambulatoriali e di diagnostica che si era riusciti a mantenere in anni e anni di lento ma costante depotenziamento. I dubbi inoltre crescono anche alla luce del fatto che la Casa della Salute prevista nel piano degli interventi da finanziare con i fondi del Pnrr non sarà più realizzata a Gioia Tauro. Un’indiscrezione confermata ieri dal sindaco Alessio che ha però ricordato che la Regione ha comunque approvato un finanziamento di 3 milioni 150 mila euro per la ristrutturazione e messa in sicurezza di parte del nosocomio. Il primo cittadino ha annunciato che ai primi di marzo incontrerà il commissario Asp Scaffidi per discutere proprio del futuro del “Giovanni XXIII” e ha smentito le voci di una possibile definitiva chiusura.

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