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Reggio Calabria, processo Mala Sanitas: in Appello chieste pene meno severe

Mala Sanitas, atto secondo. Davanti alla Corte d’Appello presieduta dal giudice Olga Tarzia, il sostituto procuratore generale ha chiesto sostanzialmente una riduzione delle pene inflitte in primo grado dal Tribunale collegiale. Considerata l’inutilizzabilità di molte intercettazioni e l’intervento della prescrizione per molte fattispecie di reato, gli imputati si sono ritrovati a “subire” delle richieste di pene più leggere.
Il pg ha chiesto alla Corte di confermare la pena (2 anni e 3 mesi) inflitta in primo grado a Luigi Grasso; conferma della pena (4 anni) per Antonella Musella; sconto per Daniela Manuzio (4 anni e due mesi); non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti di Massimo Sorace (4 anni in primo grado); conferma della pena (4 anni e 9 mesi) per l’ex primario Pasquale Vadalà; e conferma (3 anni) anche per Giuseppina Strati. Per Alessandro Tripodi il Pg ha chiesto una pena di 4 anni e 2 mesi. Ha chiesto, invece, l’assoluzione perché il fatto non sussiste per Filippo Saccà (4 anni e 6 mesi in primo grado). A Filippo Saccà, difeso dagli avvocati Antonio Managò, Cesira Carbone e Marco Gemelli, il Pg ha riconosciuto l’estraneità dalla vicenda che vedeva al centro Loredana Tripodi per le seguenti ragioni: l’interruzione della gravidanza della Tripodi, così come dimostrato dalla perizia, è avvenuta per fatti naturali dovuti al cattivo esito della gestazione.

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