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Reggio, «non ha agevolato gli affari delle cosche»: farmacista prosciolto

Il tribunale di Reggio Calabria

Si è celebrata davanti al Gup distrettuale, Vincenza Bellini, l’udienza preliminare a carico del dottore Giuseppe Fiumanò, farmacista e coordinatore di tutte le farmacie ospedaliere dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria nonché responsabile delle farmacie ospedaliere di Palmi e Gioia Tauro, in pensione dal 2018. Il dirigente medico, difeso dagli avvocati Andrea Alvaro ed Antonio Fiumanò, nel marzo dello scorso anno era stato arrestato, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, per le imputazioni di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione aggravata dalla finalità agevolatrice del sodalizio mafioso dei Piromalli di Gioia Tauro. Il Pubblico ministero distrettuale aveva concluso richiedendo il rinvio a giudizio del dirigente medico per tutte le imputazioni ascrittegli. Di contro i difensori dell'imputato, hanno a lungo esposto le argomentazioni difensive, ribadendo «l’inutilità del processo» a carico del Fiumanò in relazione ad imputazioni, quali il concorso esterno in associazione mafiosa e le corruzioni, «la cui infondatezza emergeva già documentalmente ed oggettivamente, senza che fosse necessario il vaglio ed il contraddittorio dibattimentale». All’esito della camera di consiglio il Gup ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere con la formula «perché il fatto non sussiste» in relazione alla gravissima ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa per la quale il farmacista era stato in precedenza tratto in arresto nonché per un’ipotesi di corruzione (sempre con la medesima formula assolutoria). Ha ritenuto, invece, necessario il processo per la valutazione dell’altra imputazione corruttiva, per la quale aveva già rinviato a giudizio gli altri coimputati.

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