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Aeroporti, per Reggio è l’ultima chiamata

La riacquisizione della maggioranza pubblica di Sacal può portare al rilancio del “Tito Minniti”. Ma agli annunci devono seguire i fatti

Aprire una nuova stagione, al di là delle polemiche, delle colpe di una parte politica o dell’altra, delle responsabilità, delle disattenzioni e delle sottovalutazioni: per il “Tito Minniti” è davvero il momento di guardare avanti con sano realismo. Perché quella di oggi, per l’aeroporto dello Stretto, rischia di essere davvero l’ultima chiamata: dentro o fuori, cioè rilancio o tracollo definitivo.
Farà da spartiacque il passaggio delle quote di maggioranza della Sacal a Fincalabra, chiuso dal governatore Roberto Occhiuto. Compiuti i passaggi tecnici, la Regione avrà in mano la società che gestisce i tre aeroporti calabresi e soprattutto le scelte strategiche per il futuro. Che a Reggio passa inevitabilmente dall’ammodernamento strutturale e dall’abbattimento delle limitazioni, ma anche dalla ricerca di nuovi vettori e di un ruolo accattivante al di là dello Stretto.
Accetta la sfida il deputato di Forza Italia, Francesco Cannizzaro, che ricorda la battaglia già di alcuni anni fa per l’emendamento che ha stanziato di 25 milioni: «Dateci tempo e fiducia, ci saranno i risultati. A chi spesso tira in ballo i 25 milioni di euro del mio emendamento, voglio solo dire che a breve saranno l’unico, fondamentale sostentamento per rivoluzionare una volta per tutte l’aeroporto dello Stretto. E a chi mi ricorderà che sono passati 2 anni, etc... etc..., voglio solo ricordare quattro basilari elementi che hanno caratterizzato questo lasso di tempo: due ondate di pandemia, due elezioni regionali in 18 mesi, crisi Alitalia e passaggio a Ita, caos Sacal. Il resto è noia. E il tempo è galantuomo».
Sul fronte opposto, si fa sentire un altro che del rilancio dell’aeroporto ha fatto un autentico impegno in più vesti, e oggi da assessore comunale: Domenico Battaglia. «Bene – dice – la riacquisizione delle quote di Sacal, evitando il ritiro della concessione. Ora si lavori sui voli e su un piano di sviluppo per il “Tito Minniti"». La “lettura” dei fatti, però, è moto diversa da quella del leader cittadino di FI.

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