Diciassette testimoni per ricostruire la vita e le dinamiche relazionali all'interno delle carceri reggine, “Panzera” ed Arghillà” nel lungo periodo (alla casa circondariale “Panzera” dal 30 maggio 1991 al 18 febbraio 2019) in cui è stata direttrice la dottoressa Maria Carmela Longo e controbattere alle pesanti conclusioni della Procura che hanno chiesto ed ottenuto il processo (al via il 17 marzo davanti al Tribunale collegiale) dove risponderà di concorso esterno in associazione mafiosa per la presunta corsia preferenziale che avrebbe consentito a decine di detenuti, tra cui boss ed esponenti di primo piano della ’ndrangheta. La difesa della dottoressa Maria Carmela Longo, l'avvocato Giacomo Iaria, ha già depositato la propria lista testi. Diciassette persone che hanno evidentemente avuto modo di conoscere, comprendere, relazionare e confrontarsi, nell'ambito dei rispettivi ruoli e funzioni, con la gestione-Longo: numerosi professionisti del mondo delle carceri, rappresentanti della Polizia penitenziaria (chi ha indagato e chi cooperava nella gestione ed amministrazione degli istituti cittadini), educatori, direttori regionali, magistrati. Ed anche un collaboratore di giustizia, Giuseppe Stefano Tito Liuzzo, che prima di “saltare il fosso” è stato per anni detenuto nelle principali carceri di Reggio, la casa circondariale di via San Pietro. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio