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'Ndrangheta, sequestrati beni per 11 milioni di euro all'imprenditore di Gioia Tauro Rocco Delfino

Rocco Delfino, alias "U rizzu"

Operazione della guardia di finanza di Reggio Calabria, in coordinamento con la Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri. Eseguito un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, che dispone l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro di compendi aziendali, beni immobili, fondi obbligazionari, rapporti bancari e finanziari e relative disponibilità - per un valore complessivo stimato in oltre 11 milioni di euro - riconducibili ad un imprenditore gioiese, operante nel settore della raccolta e gestione di rifiuti speciali e metallici.

Si tratta dell’imprenditore di Gioia Tauro, Rocco Delfino, di 60 anni, considerato vicino alla cosca Piromalli della 'ndrangheta e arrestato nell’ottobre dello scorso anno, con l’accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso, nell’ambito dell’inchiesta «Mala Pigna» condotta dalla Dda reggina sulla criminalità organizzata nella Piana di Gioia Tauro. A carico di Delfino é stato eseguito un provvedimento di sequestro dei beni, ritenuti provento di attività illecita, emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della stessa Dda. I beni sequestrati a Delfino consistono in due società del settore della lavorazione di materiale ferroso, una ditta individuale che gestisce la raccolta e il trasporto di rifiuti speciali, tre fabbricati, alcuni fondi obbligazionari e una serie di rapporti bancari e finanziari. L'imprenditore é imputato anche nell’inchiesta «Rinascita-Scott" sulle cosche di 'ndrangheta del vibonese della Dda di Catanzaro nell’ambito della quale é stato rinviato a giudizio ed è imputato nel processo in corso nell’aula bunker di Lamezia Terme.

La figura criminale dell'imprenditore era emersa nell’ambito delle operazioni denominate:

- “MALA PIGNA”, nel cui ambito il predetto, allo stato del procedimento e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità, è stato destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere - emessa dal G.I.P. di Reggio Calabria – in relazione ad una pluralità di capi di imputazione, tra i quali quello di cui all’art. 416 bis c.p., quale capo, promotore ed organizzatore della cosca “Piromalli”;

- “RINASCITA SCOTT”, nel cui ambito il predetto, allo stato del procedimento e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità, era stato attinto da ordinanza di custodia cautelare in carcere - emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro - sempre per reati di natura associativa di stampo mafioso.

In relazione alle risultanze delle attività di cui sopra, la locale Direzione Distrettuale Antimafia - sempre più interessata agli aspetti economico-imprenditoriali legati alla criminalità organizzata - valorizzando le funzioni proprie della guardia di finanza nella prevenzione e contrasto ad ogni forma di infiltrazione della criminalità nel tessuto economico del Paese e di aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati - delegava il Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) a svolgere apposita indagine a carattere economico/patrimoniale finalizzata all’applicazione, nei confronti del citato imprenditore, di una misura di prevenzione.

L’attività è stata indirizzata alla ricostruzione delle acquisizioni patrimoniali - dirette o indirette - effettuate dall’anno 1997 all’anno 2019, ricostruendo il patrimonio del quale il medesimo disponeva, direttamente o indirettamente, il cui valore risultava sproporzionato rispetto alla capacità reddituale dichiarata ai fini delle imposte sui redditi.

Alla luce di tali risultanze, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, allo stato del procedimento ed impregiudicata ogni diversa successiva valutazione nel merito, ha disposto l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale del sequestro dell’intero patrimonio riconducibile all’imprenditore, nonché al rispettivo nucleo familiare, costituito dal compendio aziendale di 2 società operanti nel settore della lavorazione di materiale ferroso, di una ditta individuale operante nel settore della raccolta e del trasporto di rifiuti speciali, oltreché 3 fabbricati, fondi obbligazionari, rapporti bancari e finanziari e relative disponibilità, per un valore complessivo stimato in oltre 11 milioni di euro.

L’attività di servizio in rassegna testimonia ancora una volta l’elevata attenzione mantenuta dai militari in forza al comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria che - nel solco delle puntuali indicazioni dell’Autorità Giudiziaria reggina - continua a essere rivolta all’individuazione e alla conseguente aggressione dei patrimoni e delle disponibilità finanziarie illecitamente accumulati dalle consorterie criminali di stampo mafioso, allo scopo di arginare l’inquinamento del mercato e favorire la libera concorrenza, con l’intento di ripristinare adeguati livelli di legalità e tutelare la sana imprenditoria assicurando la trasparenza e la sicurezza pubblica.

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