Reggio Calabria, divieto di mobilità in quarantena: questione al vaglio della Corte costituzionale
La Corte costituzionale, in una camera di consiglio fissata per il prossimo 23 marzo, esaminerà la questione di legittimità sollevata dal tribunale di Reggio Calabria in merito alle norme, entrate in vigore nel 2020, inerenti il «divieto di mobilità dalla propria abitazione o dimora alle persone sottoposte alla misura della quarantena» perché positive al Covid, e le relative sanzioni per chi viola tale misura. Nella sua ordinanza, il giudice reggino denuncia la «lesione della riserva di giurisdizione in materia di libertà personale» prevista dall’articolo 13 della Costituzione, ritenendo che «la quarantena obbligatoria in questione attenga alla libertà personale e non alla libertà di circolazione», tutelata dall’articolo 16 della Costituzione. In particolare, con le norme censurate, secondo il tribunale di Reggio Calabria, non si imporrebbe un divieto di recarsi in determinati luoghi ma quello di muoversi a determinati soggetti e il «divieto di mobilità dalla propria abitazione o dimora» avrebbe, dunque, un «contenuto assolutamente identico a quello della misura cautelare degli arresti domiciliari», se non più restrittivo, non essendo nemmeno prevista un’autorizzazione ad allontanarsi provvisoriamente per provvedere a «indispensabili esigenze di vita». L’articolo 13 della Costituzione, che tutela la libertà personale imporrebbe inoltre, conclude il giudice rimettente, che anche il provvedimento di adozione del divieto in questione, comportando una restrizione della libertà personale, debba essere adottato o soggetto a convalida da parte dell’autorità giudiziaria.