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Coronavirus a Reggio, prosegue la pressione al Gom. Reparti sotto stress e carenza di personale - LE INTERVISTE

92 i pazienti ricoverati al Grande Ospedale Metropoliano (86 nei reparti Covid, 6 in terapia intensiva). La corsa del virus non si ferma nella Città Metropolitana ed abbiamo fatto il punto con i dott. Macheda, Foti, Battaglia e con Sandro Giuffrida, direttore del dipartimento di prevenzione dell'Asp

La pandemia di coronavirus continua a fare breccia in Calabria e a mettere sotto pressione gli ospedali. Nella nostra regione la flessione dei nuovi casi nell'ultimo periodo è stata flebile e ieri si è raggiunti un preoccupante picco di 4547 nuovi casi in un giorno. Era martedì ed è probabile che vi sia stato anche un nuovo riconteggio dei tamponi processati che sono stati quasi ben 18mila.

Sta di fatto, che la nostra regione continua ad essere colpita dall'epidemia: 329 i pazienti ricoverati nei reparti ordinari, 16 nelle terapie intensive. E sul dato dei ricoveri la provincia ancora più colpita è quella di Reggio Calabria dove ieri si sono verificati oltre 1600 nuovi casi e dove ancora risuona forte l'eco delle ambulanze che arrivano al Grande Ospedale Metropolitano reggino per ricoverare pazienti che hanno bisogno di essere assistiti delle cure mediche per fronteggiare questo virus ancora così subdolo e presente nelle nostre vite.

Nella provincia di Reggio corre forte la variante Omicron e a positivizzarsi sono anche persone che si sono vaccinate anche con dose booster. Ma c'è poi ancora una importante fetta di popolazione che non ha inteso vaccinarsi e che subisce le conseguenze di questa scelta talvolta finendo in terapia intensiva. Sono circa 200 i nuovi casi giornalieri nella sola città di Reggio Calabria.

I ricoveri non scendono velocemente

Ad oggi in provincia di Reggio Calabria ci sono 125 pazienti ricoverati nei reparti ordinari: un dato ancora molto alto, che corrisponde al 38% del totale dei ricoverati in Calabria. In questo momento al Gom di Reggio ci sono 86 pazienti ricoverati: 49 nell’Unità Operativa di Malattie Infettive, 37 in Pneumologia. A questi occorre aggiungere 6 pazienti ricoverati in Terapia Intensiva. Rispetto a due mesi fa la situazione è certamente migliorata, ma la discesa dei ricoverati non è stata così veloce da togliere pressione a medici, infermieri e oss che si ritrovano sotto stress ormai da due anni. Certamente, il raffronto esatto con i dati del 16 gennaio 2022 mostra come in pieno inverno nella provincia di Reggio ci fossero 171 pazienti ricoverati nei reparti ordinari e 15 in terapia intensiva.

Macheda: "Il calo c'è stato, ma molti ancora non vaccinati. Riapriremo la terapia intensiva per i pazienti non Covid"

Siamo andati al Gom di Reggio per cercare di capire effettivamente la situazione e sentire i diretti interessati. Il punto con il dott. Sebastiano Macheda, direttore dell'U.O.C. di Terapia Intensiva. "Da circa due settimane per fortuna i numeri sono contenuti con 6-7 pazienti. Questo ci consentirà a breve di poter sistemare questi pazienti in un ala della terapia intensiva separandoli nettamente dall'area dove faremo la terapia intensiva per i pazienti non Covid. C'è una flessione in terapia intensiva, ma nei reparti medici effettivamente i numeri continuano ad essere alti e riflettono quello che è l'andamento dei contagi che è abbastanza elevato in particolare nella nostra provincia. C'è ancora una fascia importante di gente non vaccinata e la maggior parte dei pazienti che arriva in terapia intensiva non è vaccinata. Abbiamo avuto pazienti giovani, 35-40 anni, e ora abbiamo una media di persone con 70 anni. Siamo felici però di essere riusciti a salvare la vita ad alcune persone: ad una signora per esempio in ampio sovrappeso che è stata qui parecchi mesi e che finalmente mercoledì scorso è stata dimessa".

Foti: "Ci attendavamo un calo più deciso"

Come detto, la pressione non diminuisce, o diminuisce molto gradualmente nei reparti ordinari. Il punto con il dott. Giuseppe Foti, direttore dell'U.O.C. di Malattie Infettive: "Nelle ultime settimane c'è stata una piccola recrudescenza in termini di ricoveri che d'altra parte riflette quello che è il numero dei contagi nella nostra provincia. Se giornalmente abbiamo dai 500 ai 1000 casi è chiaro che bisogna aspettarsi almeno un 1-2% di pazienti che afferiranno in ospedale. L'aumento dei ricoveri non ha determinato uno sconvolgimento dal punto di vista assistenziale, però la situazione non tende a scemare rapidamente come sembrava qualche settimana addietro. Difficile fare previsioni per il prossimo futuro e su quando potremo essere fuori da questa situazione. Abbiamo una microbiologia all'altezza che fa il sequenziamento e permette di valutare le varianti: fino a poco tempo va avevamo una coda di Delta, ma ormai la quasi totalità dei casi è Omicron, o Omicron 1. E' una situazione in divenire che monitoriamo regolarmente".

Battaglia: "Personale stremato e sotto stress"

Nei reparti ordinari opera, tra gli altri, il primario di Pneumologia, dott. Carmelo Battaglia: "Il personale è stremato e si trova sotto stress sia per la continua presenza di ammalati, sia, soprattutto, alla carenza di personale e alle situazione contingenti alle quali dobbiamo sopperire. Abbiamo pazienti con una degenza media di 12 giorni, ma è chiaro che ci sono dei casi che vanno valutati singolarmente. Abbiamo pazienti prevalentemente sopra i 60 anni, ma abbiamo anche pazienti più giovani. dai 35 ai 50 anni. Siamo sempre in stretto contatto con la terapia intensiva perchè ancora alcuni pazienti necessitano di essere ricoverati in rianimazione. In ogni caso in questi due anni non siamo riusciti a seguire pazienti con altre patologie nei nostri reparti. Non abbiamo potuto seguire come dovevamo i pazienti cronici che erano in dotazione del reparto: hanno dovuto trovare spazio nelle strutture dell'Asp o in altri centri.

Giuffrida: "Per altri due mesi andamento costante del virus. E sui vaccini..."

 

 

 

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