Lo stato di agitazione per il momento è sospeso. Ma la vertenza è ancora piena di incognite che lasciano poco sperare in un futuro sereno per la “tenuta” del sistema delle politiche sociali. Un’architettura che fino ad oggi è stata sostenuta dall’abnegazione di cooperative e operatori che hanno continuato a garantire i servizi nonostante i ritardi dei pagamenti che in alcuni casi arrivano a 15 mesi. Come dire una tregua, ma affinché il conflitto sociale possa ricomporsi serve un cambio di passo, e magari un capitolo di bilancio con risorse adeguate ai servizi. Per quanto ancora si può pensare di far funzionare il sistema solo con i fondi comunitari a progetto? Il tentativo di conciliazione che ha visto confrontarsi sotto l’egida della Prefettura, il Comune da una parte, i rappresentanti del Terzo settore e della Cisl Fp dall’altra ha tracciato il quadro della situazione. Da Roma, hanno assicurato gli amministratori di Palazzo San Giorgio, stanno arrivando risorse preziose per ristorare, con una boccata di liquidità le casse delle cooperative che per conto del Comune garantiscono i servizi ai più fragili. I rappresentanti di Palazzo San Giorgio ha annunciato che sono in arrivo 1,5 milioni di euro dei fondi Poc che serviranno per i pagamenti degli asili nido comunali, gestiti dalle cooperative (che dovrebbero impegnare una cifra di 750 mila euro), un’altra parte sarà destinata al pagamento degli assistenti educativi, (ma solo la mensilità di novembre) e il rimanente è per le cooperative che si occupano dei servizi di assistenza. Ma questa iniezione di risorse non può bastare a risolvere i ben più articolati problemi che pesano sulle spalle delle realtà che garantiscono le cure alle fasce più fragili della comunità. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio