Antiche domus, luoghi di culto e mosaici che, come un enorme “libro di pietra”, dalla fine dell’Ottocento raccontano secoli di storia dell’antica Kaulon. A sollevare per primo il lembo di terra nei pressi di Punta Stilo, sotto la superficie della terrazza naturale che si affaccia sul Mar Jonio, l’archeologo Paolo Orsi che, nell’individuare quel “ragguardevole rudere”, cioè i resti del tempio dorico della polis, fondata dagli Achei tra la fine dell’VIII e i primi del VII secolo avanti Cristo permise nel tempo, attraverso campagne di scavi realizzate dalla seconda metà del secolo scorso dalle più importanti Università italiane e straniere, di rendere le antiche tracce leggibili per riannodare il filo della memoria, trasformando questo pregiatissimo patrimonio storico in una cassa di risonanza dell’identità locale.
Uno “scrigno” racchiuso nel Parco archeologico che, grazie a un bando di gara, appena pubblicato e finanziato dal Ministero della Cultura nell’ambito del Pon (Fesr) “Cultura e Sviluppo” per le annualità 2014-2020 per un ammontare di un milio e mezzo di euro, attraverso una serie di interventi sarà valorizzato e darà maggior lustro a un sito ancora poco conosciuto, permettendo così di mettere a sistema un valore culturale molto prezioso e il rilancio del territorio in chiave turistica. Soggetto attuatore dell’intervento è il Segretariato regionale del Ministero della Cultura per la Calabria diretto da Salvatore Patamia.
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