Reggio

Martedì 30 Aprile 2024

Il Porto di Gioia più competitivo? Ma Gratteri tuona: "Governo non ci aiuta sulle mafie"

Il procuratore Nicola Gratteri

Il Porto Gioia Tauro e' una grande opportunita' non solo per la Calabria ma per l'Italia, ma e' sfruttato al 20% del suo potenziale". Lo ha dichiarato Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Catanzaro, intervenendo all'incontro "La Calabria e il porto di Gioia Tauro nello scenario competitivo del Mediterraneo", organizzato nell'ambito del Regional Day. "Dietro il porto ci sono ettari ed ettari di terreno messo a disposizione dalle aziende mai utilizzato perche' non c'e' stata programmazione in questi decenni, perche' c'e' stato stato di totale abbandono soprattutto da parte della politica calabrese e meridionale. Noi non possiamo pensare che i problemi del sud li possano risolvere i parlamentari del nord". "Sogno per la mia Calabria le stesse infrastrutture che ci sono in Veneto, in Lombardia, in Emilia Romagna. Di questo abbiamo bisogno, non abbiamo bisogno di altro. Siamo stanchi dell'assistenzialismo, di mance o assistenze che ciclicamente i governi ci propinano, non ne abbiamo bisogno. Voglio porto dove ci sia una ferrovia, dove il container sia messo su rotaia e possa andare velocemente per arrivare in Europa".

Gratteri: "Questo governo non ci aiuta molto nel contrasto alle mafie"

«Purtroppo devo dire che questo governo non ci sta aiutando nel contrasto alle mafie, con scelte apparentemente che c'entrano poco con la mafia. Ci sta aiutando pochissimo. Si stanno facendo provvedimenti pensati e diretti dalla ministra Cartabia che sono devastanti per i prossimi decenni». «Temo che con questo governo sul piano della sicurezza e sul piano del contrasto alle mafie non si andrà da nessuna parte, se non si arriverà alle prossime elezioni sperando in un governo che abbia una visione sulla sicurezza ma soprattutto sulla trasformazione delle mafie, che non sparano e che non uccidono ma che comprano tutto ciò che è in vendita e che comprano soprattutto le persone»

Galli della Loggia: "La Calabria e Gioia Tauro al centro di un nuovo sviluppo geopolitico"

"Ritornare al Mediterraneo, come impone tutto lo sviluppo geopolitico, commerciale e mondiale, significa ritornare al sud e in particolare alla Calabria, che con il porto di Gioia Tauro rappresenta un caso esemplare di quello che potrebbe essere lo sviluppo portuale dell'Italia". Lo ha dichiarato Ernesto Galli della Loggia intervenendo anch'egli a "La Calabria e il porto di Gioia Tauro nello scenario competitivo del Mediterraneo", evento organizzato nell'ambito del Regional Day. "La questione della ripresa della vocazione marittima e' una questione di risistemazione del sistema portuale italiano, avviato negli ultimi 20 anni ma che ha bisogno ancora di ulteriori e fortissimi passi avanti, soprattutto per le zone economiche speciali, che rappresentano il cuore del futuro eventuale sviluppo del commercio marittimo, di cui Gioia Tauro rappresenta gia' un esempio", ha detto della Loggia. "Il 90 per cento del traffico delle merci mondiali si svolge via mare, quello italiano per il 40 per cento si svolge via mare, e di questo complesso gigantesco di traffico di merci la meta' circa passa attraverso il Mediterraneo. Questo e' stato un dato che e' cresciuto molto negli ultimi anni grazie al calo negli ultimi due decenni grazie a due fenomeni concomitanti: l'arrivo massiccio sul mercato mondiale dell'Asia e in particolare della Cina e la raddoppio del Canale di Suez. Il Mediterraneo e' la via piu' breve tra l'Asia e l'Europa" e "in questo mare l'Italia ha una posizione assolutamente strategica" che tuttavia "e' stata trascurata dal nostro Paese. L'Italia si e' dimenticata del Mediterraneo". Ma ora "la rivoluzione geopolitica che ormai e' in atto da alcuni anni sta di nuovo rilanciando potentemente il Mediterraneo non solo come luogo di traffico cruciale mondiale, ma anche come un grande deposito di idrocarburi". Tornare al Mediterraneo "vuol dire quindi una scelta strategica che significa per l'Italia ritornare al Sud e ritornare al Mezzogiorno per riconsiderare il Mezzogiorno come un perno potenziale dello sviluppo futuro sul quale l'Italia dovrebbe puntare".

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