Reggio

Lunedì 23 Dicembre 2024

Gioia Tauro, l’aumento del 600% dei noli minaccia le industrie calabresi

Il porto di Gioia Tauro

Il caro noli, con le tariffe per le tratte marittime aumentate fino al 600%, e il congestionamento dei porti dovuto ai colli di bottiglia creatisi dopo la ripresa post pandemica costringono gli operatori nazionali a ridisegnare le rotte di navigazione dell’export e rischia di mettere in ginocchio anche gli industriali calabresi. Una situazione di criticità dettata anche dal fatto che il traffico marittimo delle merci è gestito da cinque compagnie di navigazione che detengono circa il 90% dei container movimentati in tutto il pianeta e sulla quale pesa come un macigno la recente decisione di “Cosco” di raddoppiare i costi del nolo dal porto di Salerno con destinazione UK, oltre al fatto che anche Msc ha deciso di cancellare a partire da venerdì 1. aprile la rotta dal porto di Napoli, strategico per le esportazioni di pomodoro e pasta da tutta l’Italia meridionale. Proprio in conseguenza di tali scelte, d’ora in poi i container dovranno transitare dal porto di Gioia Tauro con l’ausilio di una nave feeder o a mezzo ferrovia. Il trasferimento del traffico da Napoli a Gioia Tauro, che certamente aiuterà a decongestionare lo scalo campano, è destinato però a generare dei costi aggiuntivi immediati e un inevitabile ulteriore peggioramento del servizio. I tempi di resa medi, infatti, si allungheranno di almeno una settimana, circostanza che andrà ad impattare fortemente sull’export italiano. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio

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