Una delle principali indagate nell’inchiesta «Lucignolo» sui falsi diplomi, nell’ottobre scorso è stata candidata in occasione delle amministrative a Roma. Si tratta di Maria Saveria Modaffari detta «Mary», di 36 anni, che si era presentata al Municipio 1 con la lista «Forza Italia-Berlusconi con Michetti-Libertas-Unione di Centro». Con l’accusa di associazione a delinquere, truffa e falso, oltre alla Modaffari sono finite in carcere anche la madre Anna Maria Mangiola, di 56 anni, e la sorella Fortunata Giada Modaffari, di 31 anni.
Quest’ultima, secondo l’accusa, gestiva uno «pseudo ufficio legale» del centro di formazione «Unimorfe», falsamente accreditato al Miur e coinvolto nell’inchiesta coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri e dal sostituto Paolo Petrolo. Il gip Karin Catalano, che ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare, ha concesso il beneficio degli arresti domiciliari per altri cinque indagati: Vincenzo Coluccio (32 anni), Francesca Antonia Mollica (40 anni), Lucia Catalano detta «Lucy" (42 anni), Marco Antonio Labano (37 anni) e Andrea Bennato (49 anni).
Obbligo di dimora e presentazione alla procura giudiziaria, invece, per gli indagati Enzo Riggi (50 anni) e Carmelo Labadessa (69 anni). Secondo l’accusa, gli indagati stavano pianificando "l'istituzione di una sede virtuale estera finalizzata al trasferimento di capitali all’estero». La sede virtuale è stata poi realizzata a Cipro. Oltre alla falsificazione dei diplomi e all’organizzazione dei falsi corsi, alcuni dei quali per operatore socio sanitario si tenevano in località Marinella di Bruzzano Zeffirio (Rc), i promotori dell’associazione si sarebbero occupati anche della «materiale gestione dei profitti illeciti» che venivano reimpiegati pure nell’acquisto «di immobili a Roma».
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