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Reggio, il “Miramare” finisce di nuovo in Procura

Centrodestra all’attacco sulla mancata costituzione del Comune nel processo in cui sono stati condannati sindaco e altri amministratori. Ripepi: «La casta si è tutelata». Marino: «Che cosa dice il segretario Pd sul codice etico?»

È un caso spinoso sul quale la minoranza di centrodestra al Comune vuole andare fino in fondo. Si tratta della mancata costituzione di Palazzo San Giorgio nel processo Miramare, nel quale è stato condannato il sindaco Giuseppe Falcomatà e molti altri amministratori. Alla fine il caso Miramare torna all’attenzione della Procura ma si apre un nuovo fronte dello scontro politico, tra tentativi di delegittimazione - come denunciato dai membri di Forza Italia, Coraggio Italia e Fratelli d’Italia, dure accuse e richieste di chiarimenti politici.
In particolare ieri è stato illustrato un documento che riassume i risultati di un’indagine conoscitiva della commissione controllo e garanzia. Massimo Ripepi attacca subito a inizio incontro con la stampa e ricostruisce in maniera dettagliata i passaggi temporali: «Abbiamo chiesto gli atti alla dirigente del settore Avvocatura Fedora Squillaci che ha prodotto atti. All'inizio, cioè il 3 settembre 2018, l'avvocato Squillaci invia la procura per la costituzione di parte civile. Ma subito dopo il protocollo viene annullato. Il 12 settembre invia una relazione nella quale si evidenzia che alcuni enti si sono costituiti e altri no ma in quel caso la vicenda sarebbe dovuta passare dal Consiglio.

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