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Macchinista di Reggio morto nell'incidente ferroviario, chiesto il giudizio per 14

La Procura della Repubblica di Lodi ha chiesto il rinvio a giudizio di quattordici persone per il deragliamento del treno Frecciarossa 9595 Milano - Salerno avvenuto alle 5.30 del mattino del 6 febbraio 2020 nel Basso Lodigiano, a Livraga. Gli originari indagati erano più di una ventina ma all’esito di interrogatori e memorie difensive e sulla base del precedente di Cassazione della sentenza per il disastro ferroviario di Viareggio, l’ufficio requirente lodigiano guidato da Domenico Chiaro che ha lavorato con la pm Giulia Aragno, ha deciso di chiedere l’archiviazione per alcune posizioni, a partire da quelle delle uniche due società indagate, Alstom Ferroviaria e Rfi, non contestando più l'ipotesi originaria di responsabilità amministrativa delle imprese.

Il deragliamento era costato la vita ai due macchinisti, Mario Dicuonzo, 59 anni, di Pioltello, e Giuseppe Cicciù, 51 anni, di Cologno Monzese ma originario di Reggio Calabria, e lesioni gravi a dieci dei 31 trasportati, tra lavoratori e passeggeri. Attualmente risultano essere sette le persone offese. Le ipotesi di reato sono di disastro ferroviario colposo, duplice omicidio colposo e lesioni plurime colpose, in relazione alla violazione di norme sulla sicurezza dei trasporti. Per sette degli originari indagati è stato, invece, disposto lo stralcio per una richiesta di archiviazione. L’udienza preliminare davanti al Gup di Lodi verrà fissata appena dopo Pasqua e potrebbe tenersi prima della fine del 2022, probabilmente a novembre.

L’inchiesta della Procura lodigiana ha accertato che il deragliamento era stato causato da uno scambio rimasto in posizione di deviata e non di corretto tracciato, a causa dell’inversione di due fili nella morsettiera interna di uno degli attuatori: un errore di costruzione che sarebbe sfuggito al controllo qualità e non sarebbe stato correttamente intercettato e affrontato durante l’installazione del componente. La posa dell’attuatore difettoso era avvenuta nelle ore notturne immediatamente precedenti il passaggio del treno, che al momento dello svio procedeva da Milano in direzione Bologna a 295 chilometri orari, secondo i rilievi fatti effettuare dagli inquirenti. Come si è rimarcato dalla stessa Procura, per Alstom Ferroviaria e per Rfi è stata sposata la tesi difensiva che si basa sul recente orientamento della Cassazione secondo cui, nel caso di incidenti ferroviari, occorre sempre ben distinguere le violazioni delle norme antinfortunistiche da quelle delle norme poste a tutela della sicurezza dei trasporti. Per quanto, invece, attiene agli indagati per i quali si è chiesto il rinvio a giudizio, dalla stessa Procura si spiega che «i reati per i quali è stata inoltrata la richiesta di rinvio sono frutto di prospettazioni accusatorie, la cui fondatezza sarà da considerarsi definitivamente accertata solo all’esito delle doverose verifiche giurisdizionali».

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