L'inchiesta "Magnifica" sull'Unirc. Auto di servizio per portare i figli a scuola e arance per gli amici
Le auto di servizio e le carte di credito: oltre ai concorsi, c’è tutto un capitolo dell’inchiesta “Magnifica” sull’uso – illegittimo, secondo la Procura – delle ricorse dell’Ateneo. Contestazioni a carico del rettore Santo Marcello Zimbone, del prorettore vicario Pasquale Catanoso e del professore associato del Dipartimento di Architettura (ed ex direttore generale dell’Ateneo) Ottavio Amaro. Tra marzo 2018 e gennaio 2019, secondo il capo d’imputazione messo insieme dalla Procura, Catanoso avrebbe usato una Mercedes classe B e un’Audi A6 dell’Università «appropriandosene per il soddisfacimento di esigenze personali»: si sarebbe trattato, nel dettaglio, di «spostamenti connessi all’accompagnamento dei familiari, soprattutto della figlia, nonché per incontri non istituzionali con funzionari del Miur in occasione di festività quali quelle natalizie». Zimbone, a sua volta, avrebbe utilizzato «quasi quotidianamente», tra gennaio 2019 e marzo 2020, un’Audi e una Fiat Punto «per l’accompagnamento, ad opera di Condello, dei figli da casa a scuola e ritorno». Amaro, infine, avrebbe utilizzato «costantemente dal lunedì al venerdì di ogni settimana feriale», tra novembre 2018 e marzo 2020, una Toyota Yaris «per gli spostamenti personali, in particolare il tragitto da casa al lavoro». La contestazione sulle carte di credito riguarda il solo Catanoso, nell’arco temporale Tra marzo 2018 e giugno 2019. Anche in questo caso sarebbero state soddisfatte «esigenze personali e non istituzionali», quali «regalie per conoscenti in ambito istituzionale, politico e universitario, trasferte verso Parigi e Roma non giustificate da impegni ufficiali ma finalizzate a far visita alla figlia, pranzi e cene di piacere» e ancora «l’acquisto di biglietti ferroviari e spostamenti in taxi per sé e per i suoi congiunti». Spesa complessiva contestata: 4mila 152,92 euro. Ampio spazio nell’ordinanza è riservato al “caso” delle arance di Catanoso, omaggi portati fino a Roma dall’autista dell’Ateneo e destinati a docenti universitari, autorità mediche, magistrati, amici e conoscenti. In un caso, l’approvvigionamento di agrumi è avvenuto persino a Messina, con aggravio di spesa per l’Università a causa del pagamento del traghetto: «No, dietro non ho manco uno spazio, ora vedo come posso fare perché sono pieno, pieno di arance». Sei cassette almeno, arance di Sicilia per tutti: «Però non gliene potevo dare di più perché avevo paura che si rompeva e facevamo brutta figura che ci cadevano le arance», riferisce l’autista intercettato dopo aver fatto tappa nell’abitazione di un importante primario dell’ospedale pediatrico “Bambino Gesù”. Spostamenti in lungo e largo per Roma, solo per distribuire la frutta: «Prendiamo due buste di arance – dice in un’altra occasione Catanoso – che se le vuole quello “storto” gliele diamo, con una busta, una borsa dell’Università degli Studi di Reggio Calabria». La destinazione, in questo caso, è la Luiss. Ma a prescindere da chi fossero, i destinatari dimostravano spesso di gradire: «Sì minchia, con gli occhi così era... Lo abbiamo riempito, lui è sempre contento voglio dire». E se fossero finite le arance? «Abbiamo sempre un altro contenitore… di pignolata».