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Il bergamotto reggino punta al marchio Dop: pressing sul Ministero dell’Agricoltura

Il bergamotto reggino gode di buona salute: lo dimostra, fra l’altro, l’ultima abbondante fioritura. Sul mercato, invece, per respingere tentativi di mistificazione del prodotto, l’agrume deve difendersi con intelligenza e coraggio. Come? Acquisendo il proprio “identikit” legale. Pur denotando qualità organolettiche inimitabili che ne svelano la straordinaria natura, gli assalti commerciali si ripetono non solo da oltre frontiera – vedi Spagna e Israele – ma anche da altre regioni italiane, Sicilia compresa.
Il direttore provinciale della Coldiretti, Pietro Sirianni, ha pertanto convocato un incontro con gli iscritti del settore. La discussione si è incentrata sul disciplinare Dop (Denominazione di origine protetta) e sulle procedure da inviare in sede ministeriale. L’obiettivo: approdare, in tempi brevi, al migliore risultato auspicato dall’intero comparto agrumicolo nelle aree riconosciute della Città metropolitana. È qui che notoriamente il bergamotto ha avuto nascita, diffusione e storico sviluppo nel mondo, in virtù delle favorevoli caratteristiche climatiche.
Va premesso che all’incontro si è arrivati nell’ambito delle periodiche informative che Coldiretti promuove (a volte pure direttamente presso le aziende) anzitutto per accogliere pareri e adottare eventuali modifiche, su proposta dei soci, alle bozze dei documenti già avanzati. Nel caso specifico del disciplinare, come ha osservato Sirianni, «gli iscritti sono stati resi edotti sull’iter seguito. Il tutto per comprenderne le esigenze, visto che gli stessi produttori sono gli assoluti attori protagonisti».

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