«Il rettore nomina con proprio decreto il prorettore vicario, scelto tra i professori di ruolo di prima fascia, che lo supplisce in tutte le sue funzioni nei casi di impedimento o di assenza». La “magna carta” della Mediterranea non va oltre.
Quando i “fondatori” del giovane Ateneo hanno scritto lo statuto, che si snoda in 82 articoli e 8 titoli, non avevano previsto l’ipotesi che potessero venir meno contemporaneamente le due figure: rettore e vicario. Quindi in questa fase l’Università è di fatto “acefala”. E, salvo ribaltamenti giudiziari, rischia di esserlo ancora per diversi mesi visto che la sospensione disposta dal gip è di 10 mesi per il rettore Marcello Zimbone e di 12 per il prorettore vicario Pasquale Catanoso. Il direttore amministrativo, Giuseppe Zimbalatti non fa mancare gli adempimenti che garantiscono l’ordinaria amministrazione: lezioni, esami, sessioni di laurea proseguono. Ma per il funzionamento di questa complessa macchina organizzativa che fa muovere le attività dell’Università potrebbe non bastare. Ci sono delle scadenze importanti che hanno bisogno di una figura apicale. Operazioni che potrebbero compromettere l’avvio dei corsi il prossimo anno. E proprio per questo l’Ateneo ha sottoposto il quesito al Miur. L’interlocuzione con Roma rispetto a questa situazione pare essere intensa.
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