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Reggio, ex Alival: i sindacati si appellano ai parlamentari e alla Regione

Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil “chiamano” tutti: perdere il lavoro qui è un dramma

In attesa della convocazione a Roma del tavolo di crisi al ministero dello Sviluppo Economico sulla vertenza ex Alival, in città si studiano le mosse per contrastare la decisione della “Castelli” di sospendere la produzione nel sito di San Gregorio. Romolo Piscioneri della Fai Cial, Nino Merlino della Uila Uil e Nicola Rodi della Flai Cgil hanno deciso di scrivere al presidente della Regione Roberto Occhiuto, al presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, al sindaco, al primo cittadino metropolitano, al presidente di Confindustria e ai parlamentari reggini.

Nella lettera si legge che «come le Ss. ll. hanno avuto modo di apprendere dagli organi di stampa, nazionali e locali, durante la prima riunione di Coordinamento nazionale Bu Castelli, svoltasi il 22 aprile a Milano, il management della Lactalis, dopo un’analisi sommaria del business relativo al gruppo Castelli, concentrando l’informativa esclusivamente sulla società Alival, ha annunciato alle organizzazioni sindacali la chiusura di ben 2 stabilimenti in Italia da realizzarsi entro il primo trimestre 2023: lo stabilimento di Reggio Calabria e di Ponte Buggianese in provincia di Pistoia, oltre ad alcuni esuberi nello stabilimento di Santa Rita in provincia di Grosseto. Come Segreterie provinciali di categoria, presenti all’incontro, sostenuti dalle Segreterie nazionali, abbiamo immediatamente contrastato quella che ci è apparsa e tuttora ci appare una scelta, oltre che inaspettata, ingiustificata. Nello stabilimento di Reggio Calabria, da 30 anni fiore all’occhiello della città, viene prodotta una mozzarella a denominazione Stg (Specialità territoriale garantita)».

Per questo a giudizio delle tre organizzazioni sindacali «smettere di produrre un alimento di così alta qualità, lasciando a casa lavoratori che, con gli anni, hanno acquisito una grande professionalità, a noi appare qualcosa di logicamente inspiegabile, specialmente se a farlo è un gruppo che appartiene ad una multinazionale. Tuttavia, se la scelta dell’azienda dovesse essere portata fino in fondo le 79 persone, oggi occupate nel sito produttivo di San Gregorio, resteranno senza lavoro. La perdita del posto di lavoro è una cosa spiacevole ovunque, a Reggio Calabria assume i contorni del dramma. Purtroppo chi perde il lavoro nel nostro territorio, stretto nella morsa di una disoccupazione che viaggia sopra il 20%, difficilmente ne trova un altro. Rischia di restare disoccupato a vita».

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