La Mediterranea senza rettore e prorettore “viaggia” verso il commissariamento o la nomina di un reggente. È allo studio del Ministero dell’Università e della Ricerca una soluzione al terremoto causato dall’inchiesta “Magnifica” sui presunti concorsi pilotati. L’interlocuzione tra il direttore generale Giuseppe Zimbalatti e gli uffici del Ministero è costante, anche perché sul tappeto ci sono difficoltà operative legate alla mancanza delle due figure apicali. E si tratta di garantire una serie di adempimenti urgenti. Novità potrebbero quindi registrarsi nelle prossime ore, vissute – come gli ultimi giorni – con gli occhi puntati fra il Palazzo di Giustizia di Reggio e gli uffici ministeriali diRoma. Che commissariare la “Mediterranea” sia la sola strada da seguire è la convinzione di “Trasparenza e Merito”, l’associazione che – per sua stessa ammissione – ha svolto un ruolo decisivo nel percorso dell’architetto Clara Stella Vicari Aversa, che con la sua denuncia ha fatto scoperchiare il calderone alla Mediterranea. Citata anche nell’intervista rilasciata alla Gazzetta del Sud dalla mancata ricercatrice protagonista di una battaglia legale tuttora in corso contro le selezioni svolte per un posto dall’Ateneo reggino, ora “Trasparenza e Merito” si fa sentire con forza alla luce di quanto emerso dall’inchiesta “Magnifica”, sfociata tra l’altro nella sospensione del rettore Zimbone (10 mesi) e del prorettore Catanoso (12 mesi), oltre che di quattro docenti e due funzionari. «La ministra Maria Cristina Messa – è l’appello di Giambattista Scirè, amministratore e responsabile scientifico di “Trasparenza e Merito - L’Università che vogliamo” – apra finalmente un tavolo di discussione, comprendente i vari interlocutori del mondo accademico, politico, della magistratura, della società civile. Inoltre, con pari forza, le chiediamo di procedere senza indugio a commissariare l’Ateneo calabrese, a differenza di ciò che accadde ingiustamente all'Università di Catania dopo l'interdizione di rettore e prorettore insieme (con tutte le conseguenze che tale errata scelta ha comportato), perché se è vero che l’autonomia universitaria è sacrosanta, ma è cosa indubbiamente diversa dall'anarchia e dall'abuso, è soprattutto vero che essa ha un senso e debba esserlo nel prioritario, assoluto, rispetto della legge. Cioè della più alta rappresentazione democratica del popolo sovrano». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Reggio