Una riunione autoconvocata presso la sala consiliare del Comune di Cinquefrondi ha visto confrontarsi diverse anime di quei movimenti che negli anni passati hanno dato vita alle mobilitazioni contro i progetti di inceneritore e rigassificatore a Gioia Tauro. Sono state iniziative che hanno visto sensibilizzare tutta la cittadinanza pianigiana in merito ai rischi per la salute, all’insostenibilità economica, allo svantaggio comparato ad altri sistemi e ad altre logiche, tanto da vedere scendere in piazza migliaia e migliaia di persone per opporsi a questi progetti. A distanza di anni, questi mostri che sembravano sconfitti tornano di nuovo oggi al centro dell’agenda politica, senza che una sola delle obiezioni dell’epoca sia stata superata. Si tratta di progetti anacronistici, scellerati, rischiosi per la salute dei cittadini e del territorio. “Per questo abbiamo deciso di partecipare alla manifestazione indetta per sabato 7 maggio e per questo abbiamo condiviso la necessità di provare a rilanciare quel movimento che negli anni scorsi è riuscito, grazie alla enorme e fondamentale partecipazione della popolazione della Piana e della Calabria tutta, a impedire la costruzione di queste opere”, lo scrivono in una nota Aspromonte Liberamente, Associazione 7 Agosto, Associazione Kalibreria Soverato, Calabria Resistente e Solidale, Comitato “Siderno ha già dato”, Csc Nuvola Rossa, DemA Calabria, EquoSud, Forum Ambientalista Calabria, Italia Nostra Calabria, Movimento Rinascita, P.C.I. Calabria, ORSA Porti, Potere al Popolo Calabria, Prc-Se Calabria, Rinascita per Cinquefrondi, SoS Rosarno, Un'altra Calabria è possibile, USB Calabria. "Il 7 maggio è solo l’inizio di un percorso che vogliamo rilanciare e che non sarà di certo breve: il prossimo passo sarà la convocazione di un’assemblea pubblica che provi a ricostruire un movimento che, partendo dalla netta opposizione a queste opere e a queste logiche, immagini e disegni collettivamente un futuro altro per questa terra, che non può più essere né discarica di rifiuti né terra di conquista per gruppi economici in cerca di territori da devastare”.