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Gioia Tauro, la mobilitazione continua: no inceneritore e rigassificatore

Dopo il corteo di sabato, le associazioni fissano un incontro a Cinquefrondi. E domani i tocca ai sindaci con Occhiuto

La definiscono «solo un primo passo»: per le associazioni riunite contro incenerimento e il rigassificazione la manifestazione di sabato a Gioia Tauro avvia una mobilitazione «che non immaginiamo di certo breve ma che sicuramente sarà fondamentale per il futuro di questa terra». Dopo il corteo dei sindaci della Piana in fascia tricolore, il nuovo appuntamento è già in programma giovedì alle 18 nella sala consiliare del Comune di Cinquefrondi
«Siamo scesi in piazza dietro uno striscione che riportava due slogan secchi», scrivono in una nota le associazioni, che entrano così nel merito: «Il primo era “No incenerimento” per ricordare, come ha fatto il nostro rappresentante dal palco durante gli interventi conclusivi, che qui il problema non è il raddoppio dell’inceneritore, né se questo debba essere costruito in un’altra provincia. Stiamo parlando di una metodica che, lungi dal risolvere il problema dell’emergenza rifiuti, non è sostenibile dal punto di vista ambientale e ancor di più non lo è dal punto di vista economico. Se qualche anno fa erano gli ingenti contributi pubblici a rendere appetibili questi impianti per i privati, con il taglio dei finanziamenti europei e la direttiva riguardante la progressiva riduzione delle emissioni di CO2, appare più evidente che saranno i cittadini a pagarne le spese, in termini di salute e di soldoni, e rimborsare con lauti interessi chi si aggiudicherà il raddoppio con l’annunciato project financing».

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